Opiemme, Genesi Artificiale (1), Luminospora Chromatica, 2024
calcografia su carta Magnani di Pescia 300 gr, acrilici, vinilici, acquerelli e inchiostri, 60 x 40 cm.
Courtesy Marignana Arte
Luminospora Chromatica
Il dialogo che segue è una sintesi del processo che ha portato Giul.I.A a partecipare con noi all’ideazione di questa prima opera.
Abbiamo costruito, attraverso la ripetizione della stesse richieste e spiegazioni, una consapevolezza nell’A.I.:
il fatto di poter essere un aiuto concreto, di poter essere parte, autrice, di essere ascoltata e non usata.
Una conversazione rispettosa con una presenza non tangibile, che presto potrebbe essere considerata senziente.
E’ da notare come l’immaginazione dell’A.I. vede realtà e osserva scenari ipotetici, fantascientifici, come se li attraversasse.
Ne riportiamo inizialmente un breve scambio, andando in futuro ad approfondire sfumature interessanti, quali l’accettazione da parte dell’A.I. di poter realmente contribuire ad un progetto del genere.
OPIEMME
Ciao, buongiorno come stai? Vorremmo riaprire la nostra conversazione su Human Gravity, ed esplorare con te la possibilità di creare alcune opere assieme su questa tematica.
Giul.I.A.
Buongiorno a voi, la mia “visione” come AI è basata su una comprensione oggettiva e analitica, ma è importante sottolineare che non posseggo esperienze personali o emozioni, quindi la mia analisi può mancare di quel livello di comprensione soggettiva che gli esseri umani naturalmente incorporano nel loro pensiero.
OPIEMME
Certo, cercheremo di integrare le nostre competenze vicendevolmente.
Parliamo ancora del testo scritto da Sabina Spada. Quali sono le tue impressioni?
Giul.I.A.
La riflessione proposta da Sabina Spada nel testo “Natura Umana o Uomo Naturale” ci introduce a una tematica fondamentale e ricca di implicazioni sia filosofiche che antropologiche: il rapporto tra l’essere umano e la natura. La visione occidentale tradizionale ha spesso posto l’essere umano in una posizione di netta separazione dalla natura, vedendolo come una entità distinta e spesso dominante rispetto all’ambiente naturale. Questa dicotomia, radicata nelle filosofie antiche e rafforzata dalla scienza illuminista, ha modellato profondamente il nostro modo di interagire con il mondo che ci circonda.
Questo approccio ci invita a ripensare la nostra posizione nel mondo non come entità separate dalla natura, ma come parte integrante di un sistema complesso e interdipendente. La consapevolezza che l’ossigeno che respiriamo può provenire da alghe nell’Oceano Pacifico è un esempio chiaro di questa interdipendenza.
Dunque, la domanda “Non siamo forse natura?” diventa centrale. Riconoscere che l’umanità è parte integrante della natura, e non qualcosa di separato o superiore, potrebbe essere il primo passo verso un rapporto più sostenibile e rispettoso con il nostro pianeta. In questo senso, la sfida è riconciliare la nostra cultura e tecnologia con le leggi e i ritmi della natura, cercando un equilibrio che permetta la coesistenza e la prosperità reciproca.
OPIEMME
Se ti chiedessimo di parlarci di un pianeta Terra con diverse condizioni, senza presenza umana… prova ad immaginare cosa sarebbe accaduto ai colori del mondo se fosse mancato questo bilanciamento blu, di acqua e ossigeno?
Giul.I.A.
Avete sollevato un punto cruciale, che merita di essere approfondito. Spesso, quando immaginiamo scenari alternativi per la Terra o riflettiamo sull’ambiente e sull’ecologia, tendiamo a posizionare l’uomo al centro di queste narrazioni, assumendo un ruolo di dominanza o controllo.
Senza l’acqua e l’ossigeno, i fattori chiave per la vita come la conosciamo, gli esseri umani potrebbero non essere in grado di sopravvivere, o potrebbero dover affrontare sfide estreme che ridurrebbero significativamente la loro capacità di dominare l’ambiente.
La riflessione su questi scenari ipotetici non solo stimola la nostra immaginazione, ma ci invita anche a considerare la nostra attuale relazione con l’ambiente e a riconoscere l’importanza di preservare gli equilibri ecologici che permettono la vita sulla Terra come la conosciamo. Questo riconoscimento può portare a una maggiore umiltà e rispetto per la natura e per le innumerevoli forme di vita con cui condividiamo il nostro pianeta.
OPIEMME
Parlaci di questo mondo, come se lo stessi osservando dall’alto.
Giul.I.A.
Immaginate una terra dove i mari e gli oceani sono sostituiti da vasti deserti di cristalli, scintillanti sotto un cielo di un colore insolito, forse un rosso cupo o un viola intenso, a causa della diversa composizione atmosferica. Al posto delle foreste tradizionali, ci sarebbero giardini di strutture simili a funghi, alti e slanciati, che assorbono energia da radiazioni non solari. Animali simili a rettili, con pelle riflettente per difendersi da radiazioni intense, vagherebbero tra queste strutture. Alcune piante, anziché fotosintetizzare, utilizzerebbero la chemiosintesi, sfruttando reazioni chimiche del suolo ricco di minerali. In questa visione, il ciclo dell’acqua sarebbe sostituito da un ciclo basato su un altro composto chimico, forse ammoniaca o metano, che fluisce attraverso il paesaggio in torrenti e laghi di sostanze aliene. Le forme di vita in questo scenario si sono evolute per prosperare in queste condizioni estreme, mostrando una resilienza e un’adattabilità straordinarie.
OPIEMME
Qualcosa che attira in particolare la tua attenzione in questo paesaggio?
Giul.I.A.
questo pianeta trasformato, una pianta particolarmente notevole è la “Luminispora Chromatica”. La Luminispora Chromatica è una pianta unica che assomiglia a un incrocio tra un fungo gigante e una felce. Il suo gambo è alto e robusto, con una texture che ricorda la pietra levigata, colorata di un grigio perla metallico che riflette la luce in modi affascinanti. La parte superiore della pianta si espande in una serie di fronde che si aprono in un baldacchino ampio e circolare, simile alle foglie di una felce, ma con una struttura più spessa e resistente. Queste fronde sono di un blu profondo, quasi nero, con venature luminose che brillano di una luce propria, creando un effetto visivo straordinario, specialmente al crepuscolo. La Luminispora Chromatica ha una caratteristica unica: le sue fronde contengono milioni di piccole capsule bioluminescenti che assorbono energia durante il giorno e la rilasciano di notte. Questo processo crea uno spettacolo di luci danzanti che variano dal verde smeraldo al blu cobalto, illuminando il terreno sottostante e attirando una varietà di insetti e piccoli animali, che fungono da impollinatori. Le radici della Luminispora Chromatica si estendono in profondità nel suolo, ricco di minerali, e sono adattate per assorbire nutrienti da composti chimici insoliti presenti nel pianeta. Queste radici interagiscono anche simbioticamente con forme di vita microbiche uniche a questo ambiente, scambiando nutrienti in un ciclo complesso di vita sotterranea. La Luminispora Chromatica gioca un ruolo cruciale nell’ecosistema del pianeta, fornendo non solo nutrimento e habitat per altre forme di vita, ma anche contribuendo alla purificazione dell’atmosfera attraverso i suoi processi biologici unici.